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Come difendersi dall’amianto

Da quando l’amianto – che è un minerale naturale appartenente alla famiglia dei silicati – è stato scoperto, il suo impiego si è diffuso in ogni campo, grazie anche alle ottime proprietà di resistenza e isolamento termico nonché per il suo costo conveniente. Peccato, però, che successivamente sia stato anche accertato che l’amianto può essere molto pericoloso per la salute dell’uomo, soprattutto per tutte quelle persone che per un motivo o l’altro si trovano ad essere in contatto con questa sostanza tutti i giorni. Scopriamo insieme come difendersi dall’amianto, imparando non solo a riconoscerlo ma anche ad adottare le principali misure di protezione.

Come difendersi dall’amianto

Nonostante l’amianto sia ormai una sostanza proibita da oltre vent’anni, non è inusuale che nelle nostre case e negli edifici costruiti prima della sua messa a bando ci siano ancora quantità elevate di questo elemento oppure dell’eternit, il materiale usato un tempo nell’edilizia che aveva come componente essenziale proprio l’amianto. Se si scopre di vivere in un edificio all’interno del quale è presente l’amianto, bisogna adottare immediatamente delle misure di sicurezza per evitare che la situazione possa peggiorare.

Una delle domande più ricorrenti in questi casi è volta a scoprire l’amianto a che distanza è pericoloso. Non esiste Per l’amianto una distanza di sicurezza perché in realtà in sè l’amianto non è pericoloso se si conserva allo stato solido. Ciò che è nocivo per la salute dell’uomo è la polvere di amianto, le micro-fibre delle sue particelle che se respirate sono cancerogene.

L’amianto viene considerato il più pericoloso killer ambientale che esista al mondo e attualmente, nonostante sia stato bandito con una legge del 1992, solo in Italia esistono ancora 32 milioni di tonnellate di eternit, usato soprattutto per la realizzazione di tubature, rotaie, ma anche rivestimenti di garage e di tetti nonché intere costruzioni civili e industriali. Poiché l’esposizione all’amianto può dare i suoi effetti nocivi anche a distanza di 20/40 anni, non è mai troppo tardi per mettere in pratica tutte le misure di sicurezza possibili per salvaguardare la propria salute.

La prima regola fondamentale è quella di rivolgersi a ditte specializzate per la rimozione dell’amianto ad esempio dal proprio condominio. Provare a fare da soli, infatti, è estremamente pericoloso e rischierebbe di creare più danni che benefici. Per procedere con la rimozione, infatti, è necessario rispettare una certa distanza di sicurezza dall’eternit, utilizzando tutte le adeguate protezioni per amianto come ad esempio le maschere per amianto che devono essere necessariamente indossate durante la rimozione.

Anche per quanto riguarda lo smaltimento di questo materiale occorre rispettare delle regole precise che sono volte non solo a salvaguardare l’ambiente ma anche a proteggere la salute di chi effettua la bonifica piuttosto che di quelli che vivono nella zona da bonificare. L’obiettivo principale, infatti, è quello di evitare che l’amianto si frantumi e possa disperdere le sue fibre nell’aria.

Quando diventa nocivo l’amianto

L’amianto è un killer silenzioso che ogni anno uccide, solo nel nostro Paese, più di 4mila persone. Per questo motivo occorre mettere in sicurezza i manufatti in amianto il prima possibile ed evitare che, con il passare del tempo, la sua fibra si sfaldi rilasciando nell’aria particelle pericolose che sono la principale causa del mesotelioma ma anche del cancro ai polmoni, alla pleura e alle ovaie.

Ma esattamente l’amianto quando è nocivo e pericoloso? Non si può fissare per l’amianto una quantità pericolosa perché si tratta di un materiale che è cancerogeno al 100%. Ovviamente molto dipende dal livello di esposizione e dalla sua durata. Ciò che contribuisce all’insorgere della malattia è sicuramente il prolungato esporsi all’amianto per cui l’amianto respirato una volta può essere considerato meno nocivo di una prolungata esposizione ma certamente è un rischio che deve essere immediatamente eliminato.

Quando l’amianto diventa pericoloso può essere ormai troppo tardi perché i soggetti interessati hanno avuto un’esposizione troppo lunga alla sostanza e la loro salute può già essere a rischio. Se respirare amianto occasionale può dunque creare dei danni limitati, quando il materiale si corrode e si sfibra bisogna subito correre ai ripari ed intervenire nel modo corretto. Gli esperti consigliano, in attesa di una bonifica approfondita, di mettere in sicurezza le zone interessate da amianto o da eternit e di effettuare un frequente controllo visivo per accertarne lo stato.

La pericolosità della polvere di amianto

Avere polvere di amianto in casa vuol dire esporre se stessi e la propria famiglia ad un rischio molto grave.

Le polveri di amianto nell’aria ma anche i residui di polvere di amianto rimasta sui vestiti viene inalata e raggiunge gli alveoli dei polmoni causando problemi mortali. Ma le polveri di amianto sono nocive e mortali anche se ingerite, probabilità che si verifica in quei luoghi dove le tubature sono realizzate in amianto e rilasciano polveri all’interno dell’acqua potabile.

Nella polvere di amianto il colore spesso non è distinguibile e questo lo rende un killer ancora più pericoloso perché silenzioso. Gli effetti dell’esposizione alla polvere di amianto sono certi ma si manifestano in periodi anche molto lunghi.

Come accorgersi dell’amianto

Come si fa a riconoscere l’amianto e capire se è effettivamente presente all’interno del nostro condominio, nella scuola o nella fabbrica nella quale lavoriamo? Non si tratta di un’operazione semplice perché l’aspetto dell’amianto non è riconoscibile a vista d’occhio se non si è esperti del settore.

Se si ha il sospetto della presenza di amianto, è bene avvisare l’Asl di competenza che possa effettuare le verifiche del caso. In alternativa è possibile rivolgersi ad aziende specializzate ed autorizzate che potranno procedere alla prima ispezione e all’eventuale bonifica. In generale negli ultimi anni gli edifici pubblici si stanno dotando di una certificazione dell’amianto che testimonia appunto la bonifica dell’ambiente da particelle di questo materiale.

Ma laddove questo documento non fosse esistente, come verificare la presenza di amianto? In genere tutti gli edifici costruiti prima del 1992 potrebbero contenerlo. Da un controllo visivo l’amianto sembra cemento ma presenta una superficie più frastagliata e dal colore che va dal bianco al grigio. Le zone dove si può più frequentemente riscontrare la sua presenza sono i tetti e i sottotetti, le pareti di rivestimento ignifughe e le grondaie.

La difficoltà si può verificare nel dubbio su come riconoscere l’amianto dal fibrocemento. Non è semplice spiegare la differenza perché i due materiali hanno consistente molto simili, quindi in questi casi o in tutti gli altri in cui si è sicuri della presenza dell’amianto ma la superficie incriminata appare rotta, crepata o particolarmente frastagliata, è bene rivolgersi alla Asl o a ditte specializzate. Queste procederanno ad accurati controlli e misurazioni per accertare la presenza e la quantità di amianto. Solo se il valore è superiore a 25 bisogna procedere ad un’immediata rimozione, altrimenti l’area può essere messa in sicurezza e controllata periodicamente secondo una tempistica stabilita per legge in base alla quantità reale.

Le autorità preposte, comunque, da qualche anno stanno procedendo con un censimento obbligatorio dell’amianto che vuole essere un documento informativo sia per i comuni cittadini sia per gli enti di competenza che devono provvedere periodicamente non solo al controllo ma anche alla rimozione dell’amianto presente in tutte le città italiane.