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Che diverse tipologie di coperture esistono?

Le coperture per tetti hanno la funzione di preservare l’ambiente interno dell’edificio dagli agenti atmosferici e dall’invasione di animali.

Lo scopo fondamentale della coperture è proteggere gli edifici sottostanti dalla pioggia, resistere alle sollecitazioni date dalla neve e dal vento e diminuire la dispersione termica dell’edificio. Il manto di copertura che è lo strato più esterno garantisce l’impermeabilità all’acqua mentre la struttura portante ha il compito di sostenere il manto.

 

DA COSA É FORMATO UN TETTO

Un tetto è sempre formato da due parti principali:

  • La struttura portante – Avente funzione di sostenere il peso del superiore manto impermeabile, della pioggia, della neve e del vento.
  • Il manto impermeabile – Ovvero lo strato di tenuta all’acqua

 

TIPOLOGIE DI STRUTTURE PORTANTI DEL TETTO

Le strutture portanti possono essere realizzate quindi in tre tipologie che differiscono fondamentalmente per il tipo di materiale base:

1. Strutture portanti in cemento

2. Strutture portanti in legno

3. Strutture portanti in ferro

 

TIPOLOGIE DI MANTI IMPERMEABILI

manti impermeabili si distinguono in due grandi gruppi:

Manti continui

In questo caso la tenuta all’acqua è garantita dall’assenza di soluzioni di continuità tra gli elementi costituenti il manto impermeabile. Fanno parte di questa tipologia di coperture quelle realizzate con manti bituminosi o sintetici i cui teli sono saldati tra di loro e le coperture metalliche a giunto drenante.

Manti discontinui

In questo caso vi è invece soluzione di continuità tra gli elementi costituenti il manto impermeabile motivo per cui questo tipo di manti necessitano di pendenze superiori a 5°. Fanno parte di questa tipologia le coperture con tegole (coppi), lamiere grecate e pannelli coibentati.

 

CLASSIFICAZIONE DEI TETTI PER FORMA

Un’altra variabile per la classificazione del tipo di copertura è la sua forma. Esse, a prescindere dal materiale della struttura portante, possono essere:

– Coperture planari orizzontali  (Tetti Piani) – quando la pendenza è inferiore a 3°

– Coperture planari inclinate (Tetti a Falde) – quando la pendenza è maggiore di 4°

– Coperture curve (Tetti Curvi)

 

TETTI PIANI O LASTRICI SOLARI

I tetti piani hanno una pendenza minima, sufficiente per assicurare lo smaltimento dell’acqua. Secondo la normativa UNI si definiscono tetti piani quelli con pendenza minore del 5%. Il sistema di impermeabilizzazione dei tetti piani è costituito da un insieme di strati, la cui scelta dev’essere fatta tenendo conto di alcuni fattori:

  • accessibilità della copertura;
  • condizioni climatiche cui la copertura è sottoposta;
  • necessità di un isolamento termico all’interno.

I tetti piani possono essere divisi in due gruppi:

  1. tetti piani non praticabili. Non sono accessibili alle persone se non per manutenzione;
  2. tetti piani praticabili. Sono accessibili alle persone e sono dotati di pavimentazione e protezioni contro il rischio di cedimenti;

Si distinguono in:

  • tetti a giardino pensile, quando sono dotati di uno strato di terra nel quale si possono coltivare erba, arbusti e fiori.
  • terrazze, quando sono adatte al soggiorno.
  • tetti carrabili, quando sono percorribili da veicoli.

Gli strati funzionali

Nelle coperture a tetto piano sono presenti i seguenti strati:

  • strato di impermeabilizzazione, realizzabile tramite applicazione di membrane bituminose, membrane sintetiche o lamiere a giunto drenante;
  • strato di pendenza, avente la funzione di smaltire le acqua e la cui inclinazione può variare dallo 0,5 al 5%. Generalmente esso è realizzato tramite un getto di cemento alleggerito oppure tramite pannelli isolanti appositamente pre-sagomati per la formazione di pendenze.
  • strato di separazione, utile ad evitare danni prodotti da differenti movimenti tra supporto e strato impermeabilizzante oppure ad evitare le incompatibilità tra due materiali.
  • strato di isolamento termico, di cui spieghiamo il funzionamento nel successivo paragrafo.
  • barriera al vapore, avente la funzione di impedire la condensazione del vapore all’interno degli strati sottostanti il manto impermeabile.
  • strato portante, ovvero l’elemento strutturale di supporto a quanto sopra elencato oltre al peso di acqua, neve, vento e carichi accidentali.

ISOLAMENTO TERMICO DEI TETTI PIANI

Per quanto riguarda l’isolamento termico dei tetti piani particolare attenzione va posta alla stratigrafia dei materiali impiegati al fine di evitare la formazione di condensa interstiziale. Infatti durante la stagione invernale, il vapore risalendo attraverso la soletta portante potrebbe condensare dentro lo strato isolante e siccome il manto impermeabile superiore ne impedirebbe l’evaporazione verso l’esterno il suo accumulo negli strati comporterebbe una diminuzione del potere isolante del coibente oltre ad una ricaduta della condensa verso l’interno dell’edifico con formazione di macchie, muffe e nei casi peggiori caduta d’acqua dai soffitti. Inoltre nella stagione estiva l’acqua accumulata negli strati trasformandosi in vapore dovuto alle elevate temperature esterne causerebbe la formazione di bolle sulla membrana impermeabile.

 

TETTI A FALDE

La forma di un tetto viene determinata da una o più facce piane inclinate, dette falde o pioventi. Il tetto a falde piane è caratterizzato dai seguenti elementi:

  • la Linea di Colmo, ovvero una linea orizzontale posto alla massima quota del tetto;
  • la Linea di Gronda, ovvero una linea orizzontale posta alla minima quota del tetto;
  • la Linea di Displuvio, ovvero la linea formata dall’intersezione di due falde ad angolo convesso
  • la Linea di Compluvio, ovvero la linea formata dall’intersezione di due falde ad angolo concavo

Pendenza delle falde

tetti a falde possono avere pendenze molto variabili. Si parte da una pendenza minima del 10% su strutture industriali fino a pendenze del 200% tipiche delle costruzioni di montagna o dei paesi nordici.

Il materiale utilizzato per la realizzazione del manto di copertura va scelto in funzione della pendenza delle falde poiché ogni materiale ha una pendenza minima richiesta. Le coperture in lamiere grecate o pannelli coibentati richiedono pendenze minori rispetto alle coperture in laterizio.

Manti di copertura

1.Coperture in coppi

Sono costituite dalla sovrapposizione a facce contrapposte di elementi in laterizio a forma di tronco di cono segato a metà. Il coppo inferiore è detto coppo di canale, quello superiore coppo di cresta o di colmo; la pendenza minima richiesta e del 40%.

2. Copertura a tegole marsigliesi

Sono costituite da elementi in laterizio aventi forma rettangolare e pressoché piatta fatto salvo per la presenza di due canali di scorrimento delle acque e motivi ornamentali. Sono molto usate per la loro semplicità di montaggio e stabilità in falda; la pendenza minima richiesta per questo tipo di tegola è del 35%;

3. Copertura a tegole portoghesi

Per combinazione fra il coppo e la tegola piatta (o marsigliese) sono state ottenute tegole a funzionamento intermedio che hanno assunto il nome di tegole portoghesi; la pendenza minima richiesta per questo tipo di tegola è del 30%;

Oltre alle coperture realizzate con tegole in laterizio esistono anche coperture realizzate in tegole di cemento, molto apprezzate per la loro robustezza:

  • coperture in coppi di Francia;
  • coperture in coppi di Grecia;
  • coperture in tegola doppia romana.
Prodotti più moderni sono invece i sistemi a lastre caratterizzate da un basso costo del materiale, velocità di posa, basso peso/mq e necessità di pendenze minim. Tra queste vi sono:
  • Le lastre in fibra di cemento, che hanno sostituito le pericolose vecchie lastre in eternit (contenenti amianto), che tuttavia presentano pessime condizioni di durata nel tempo poiché degradano molto rapidamente.
  • Le lastre in lamiera grecata o di diversa tipologia purché in metallo.